Breve storia
Il
Progetto Alpi è stato avviato nel 1997 quale programma di inanellamento
scientifico coordinato dal Centro Italiano di Inanellamento con la
collaborazione del Muse - Museo delle Scienze, volto allo studio delle
migrazioni degli uccelli attraverso le Alpi e che coinvolge diverse stazioni
distribuite sul territorio alpino italiano. Esso prende spunto e si ricollega
all’esperienza svizzera di studio del fenomeno migratorio nel versante
transalpino ed in particolare al Col de Bretolet, quale esempio di stazione
alpina di valico. Il suo avvio è stato motivato dal frammentario quadro
conoscitivo del contesto italiano che, fino ai primi anni Novanta, si
limitativa alle conoscenze storiche ed in particolare all’ipotizzata via di
migrazione: la corrente “italo-ispanica”, descritta dal A. Duse. Altre
informazioni sono frutto delle prime esperienze di inanellamento scientifico
sopracitate e coordinate dall’INFS e, prima ancora, dal Laboratorio di Zoologia
Applicata alla Caccia. Il Progetto è stato ideato inizialmente quale programma di
breve periodo (1997-2002); successivamente prolungato sul lungo termine, con
obiettivi e programmi di attività e partecipazione delle stazioni che si sono
via via modificate, anche alla luce delle diverse problematiche di ricerca e di
analisi emerse. Al 2022 hanno collaborato 43
stazioni al programma di inanellamento. Le stazioni si sono attivate negli anni grazie al coinvolgimento in alcune
annate di oltre cento inanellatori e la partecipazione, spesso volontaristica,
di alcune centinaia di collaboratori e birdwatchers. Questa rete di stazioni
attivate negli anni, ha operato in maniera coordinata secondo le modalità
concordate in incontri annuali e mediante la stesura di un Manuale di campo,
progressivamente aggiornato negli anni.
Obiettivi generali
Con il Progetto Alpi si è inteso innanzitutto favorire la creazione di
una rete di stazioni in grado di operare in maniera standardizzata al
monitoraggio permanente della migrazione postriproduttiva, e avviare a
tal fine uno scambio proficuo di informazioni utili a standardizzare
l’attività contemporanea di campo.
Attraverso l’attività di inanellamento si voleva implementare le
conoscenze e la banca dati esistente, al fine di:
- descrivere la
componente migratoria in transito nella loro composizione specifica;
- comprendere i tempi, le modalità e le strategie ecologiche adottate dai
migratori durante l’attraversamento del versante italiano;
- incrementare i dati sull’origine geografica dei migratori;
- raccogliere dati biometrici e fisiologici sui migratori in transito;
- fornire dettagli e informazioni utili alla conservazione degli habitat e delle specie anche nel contesto di Rete Natura e della conservazione diffusa della “biodiversità transitoria”.
La rete delle stazioni di inanellamento
Le stazioni del Progetto hanno come caratteristica essenziale quella di
essere dei siti idonei alla cattura passiva, in grado di operare secondo
criteri standardizzati e in contemporaneità, in modo da rendere
possibili eventuali comparazioni.
Per quanto possibile si è cercato di favorire l’attivazione di
stazioni distribuite su tutto l’arco alpino italiano; negli anni però le
condizioni logistiche così come la disponibilità di gruppi di ricerca
locali hanno condizionato la partecipazione e limitato l’adesione al
progetto, portando alla progressiva selezione delle stazioni più idonee e
circoscrivendo così la copertura al contesto geografico montano centro
orientale, centrale e occidentale dell’arco alpino italiano.
Le stazioni che vi hanno partecipato sono prevalentemente di valico,
dove viene monitorato il transito in quota dei migratori, e di
fondovalle o di versante; queste ultime essenzialmente più idonee a
campionare la sosta degli uccelli migratori più il loro spostamento. Negli anni da un’iniziale attività di campo condotta per periodi brevi
(nel periodo 1997-2002), il Progetto si è progressivamente evoluto, con
la partecipazione di alcune stazioni attive su periodi di campionamento
prolungato.
Ad oggi (2022) la partecipazione delle diverse stazioni si è così
distinta in:
- stazioni che hanno operato in modo continuativo entro l’intero periodo migratorio dalla seconda decade di agosto a tutto ottobre;
- stazioni che hanno operato in periodi continuativi ma più brevi a monitoraggio della sola migrazione tardo estiva (transahariani) o quella autunnale degli intrapaleartici (fine settembre-fine ottobre);
- stazioni attive per periodi brevi (pentadi o almeno due giornate per pentade);
- stazioni sperimentali, ovvero stazioni attivate in località apparentemente idonee alla migrazione e al fine di esplorare, seguendo i protocolli del Progetto Alpi, siti o aree protette meritevoli d’indagine nell’ambito di specifiche iniziative locali.
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